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Film 2015

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Proiezione Film a cura di

di Amy Miller, Cambogia, Mali, Uganda, 2013, durata: 75’

FILM DOCUMENTARIO 

venerdì 4 settembre - ore 18.00 presso Piccolo Teatro Cavour, Corso Cavour 75

Attraverso tre esempi Cambogia, Mali, Uganda, il film esplora l’altro lato del fenomeno globale di investimento fondiario e il suo impatto sull’agricoltura familiare. Si dà voce agli agricoltori colpiti direttamente dalla confisca delle terre; le loro storie personali confluiscono nelle immagini delle comunità che lottano per mantenere la loro terra.

‘Sans terre, c’est la faim’ denuncia gli accaparramenti di terra e difende un’agricoltura sostenibile familiare, un modello agricolo che garantisca la sicurezza alimentare, l’occupazione rurale, un reddito dignitoso ai produttori e una gestione razionale del territorio e delle sue risorse.

di Patrizia Marani, Italia, Francia, 2014, durata: 74’

FILM DOCUMENTARIO 

sabato 5 settembre - ore 18.00 presso Piccolo Teatro Cavour, Corso Cavour 75

Ogni anno più di un quarto della popolazione europea, con l’arrivo della primavera o a causa di determinati cibi, piante o animali, soffre di raffreddore o mal di testa; eppure, solo un secolo fa il concetto di allergia non esisteva, o era esclusivo appannaggio della popolazione più agiata.

Animata dal desiderio di scoprire le cause di questo vero e proprio boom, Patrizia Marani, lei stessa allergica, ha incontrato i più importanti esperti scientifici in materia, suggerendo come siamo diventati cavie involontarie di un esperimento globale di cui solo oggi si cominciano a vedere i risultati.

di Sunanda Bhat, India, 2012, durata 74’

FILM DOCUMENTARIO 

domenica 6 settembre - ore 18.00 presso Piccolo Teatro Cavour, Corso Cavour 75

Il distretto del Wayanad, nel sud dell’India, dispone di grandi risorse naturali, ma negli ultimi anni, in nome della modernizzazione dello sviluppo, sta subendo drastiche trasformazioni. La popolazione che traeva diretto sostentamento dalle sue risorse naturali (agricoltori, ma anche medici tradizionali), si ritrova improvvisamente privata della fonte primaria della propria esistenza. Il rischio di una scomparsa definitiva del legame che collega un territorio alle le persone e alle loro conoscenze sta trovando nel Wayanad un inquietante modello.

 

 

  • “Sans terre, c’est la faim”

  • “The toxic burden”

  • “Have you seen the Arana?”

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